13 imperdibili documentari femministi da recuperare
Quando si parla di femminismo e audiovisivo, è necessario sottolineare l'importanza del genere documentaristico ai fini della ricostruzione della storia delle donne e più ampiamente del cinema femminile. Tra i generi cinematografici più esplorati dalle donne, il documentario ha sempre dato voce a chi non era mai stato ascoltato. Qui stiliamo una piccola lista di meravigliosi documentari che hanno fatto la storia del femminismo.
1) Vogliamo anche le rose (2007) – Alina Marazzi
Toccando temi come la scoperta della sessualità, l’aborto, la riflessione sull’autocoscienza e la lotta femminista, Alina Marazzi con Vogliamo anche le rose ricostruisce -attraverso found footage, spot dell’epoca e brevi interviste- una storia del femminismo italiano a partire dagli anni Settanta, un decennio particolarmente ricco di fermenti e lotte politiche per il nostro paese. Le clip d’archivio sono alternate dalla narrazione in prima persona di tre donne appartenenti a tre contesti sociali diversi, Anita, una giovane di buona famiglia, Teresa, una ragazza del sud che rimane incinta senza volerlo e Valentina, una femminista ormai matura che riflette sul suo passato di lotta. Vogliamo anche le rose è un lungometraggio straordinario candidato a 7 prestigiosi premi tra cui il David di Donatello per il miglior documentario e il Nastro d’argento per il miglior montaggio. Alina Marazzi va così a consolidarsi come una delle registe italiane più talentuose e maggiormente capaci di narrare le figure femminili nella loro complessità. Disponibile su Amazon Prime Video.
2) Femministe: ritratti di un’epoca (2018) - Johanna Demetrakas
Partendo da Emergence, una raccolta di fotografie pubblicate nel 1977 da Cynthia MacAdams, il documentario (approfondito magistralmente qui da Francesca) registra le voci di alcune delle donne protagoniste degli scatti, delineando quello che è stato il periodo d’oro del movimento femminista negli Stati Uniti. Attraverso le interviste ad icone del femminismo americano come le attrici Jane Fonda e Lily Tomlin, le artiste Laurie Anderson, Judy Chicago e Michelle Phillips e le studiose Phyllis Chesler, Funmilola Fagbamila e Margaret Prescod, Femministe: ritratti di un’epoca riflette sulla vita, le scelte e le aspirazioni di donne ora mature e realizzate, ma che per arrivare al successo hanno dovuto affrontare tutti i numerosi ostacoli posti dalla società maschilista. Disponibile su Netflix
3) Essere donne (1965) – Cecilia Mangini
Pioniera del cinema femminile e femminista in Italia, Cecilia Mangini, classe 1927, dirige nel 1965 Essere donne, un documentario straordinariamente polemico e contemporaneo sulla condizione femminile. Il giorno della sua uscita in sala, nonostante il cinema gremito di gente, Essere donne non ottiene il visto censura e viene boicottato dalla Commissione ministeriale. D’altronde ci troviamo nella metà degli anni ’60, un decennio difficile per l’Italia e in particolare per il cinema, che porta ancora i segni delle diffuse censure della Democrazia Cristiana su film considerati “scomodi”. Essere donne si apre con scatti patinati di personaggi femminili e immediatamente vira contrapponendovi clip di donne a lavoro, operaie delle fabbriche, contadine, casalinghe e madri: così Cecilia Mangini denuncia le condizioni sfiancanti della donna dell’epoca, divisa tra lavoro fisico e di cura. Sempre all’opera, madre, moglie e a volte anche breadwinner, alla donna degli anni Sessanta è richiesto di adempiere a tutti questi ruoli e soddisfare allo stesso tempo l’immagine maschile di donna che propongono i media. Il boicottaggio stesso del documentario testimonia la difficoltà di autorealizzazione femminile, la frustrazione e il sacrificio che alle donne veniva (e che viene tuttora) richiesto. Disponibile su YouTube.
4) Femminismo! (2016) – Paola Columba
Paola Columba, sceneggiatrice e autrice del saggio Il femminismo è superato: falso nel suo documentario Femminismo! analizza il panorama femminista contemporaneo mettendo a paragone diverse generazioni di donne, intervistando pioniere del movimento come Lea Melandri, Dacia Maraini, Emma Bonino, Lidia Ravera arrivando alle Millennials e alle Gen Z-ers. Ciò che sembra emergere dal documentario è che le giovani donne di oggi abbiano perso l’impulso alla lotta perché vedersi private propri diritti fondamentali sembra impensabile: nate in una società dove uomini e donne sono uguali “sulla carta”, Columba sembra raccontarci che le ragazze oggi non sono più femministe perché -secondo loro- non ne hanno bisogno. Un’analisi dei dati sul Global Gender Gap però ci racconta una situazione un po’ diversa: l’Italia nel report del 2018 si posiziona all’82esimo posto, con una retrocessione costante in classifica negli ultimi anni. Nonostante l’assunto della regista venga smentito dallo stesso documentario, considerando che ultimamente ragazze sempre più giovani si avvicinano al movimento, Femminismo! spinge ad una riflessione sempre attuale, portandoci a riflettere su come le nostre libertà oggi sono il frutto delle lotte feroci delle nostre “antenate”, a cui dobbiamo moltissimo. Disponibile su Rai Play.
5) Period. End of sentence. (2018) – Rayka Zehtabchi
Vincitore del premio per il Miglior cortometraggio documentario agli Oscar 2019, Period. End of sentence. racconta la piccola rivoluzione “femminista” che sta avvenendo nel distretto di Hapur in India. Qui un gruppo di donne locali ha preso in gestione un business di prodotti sanitari grazie alla macchina progettata dall’imprenditore Arunachalam Muruganantham, che permette di fabbricare assorbenti biodegradabili a basso costo. Grazie alla consapevolezza che ha diffuso sulle pratiche igieniche femminili in India, l’imprenditore ha ricevuto nel 2016 il Padma Shri, una tra le onorificenze civili più alte della Repubblica Indiana. Il documentario della talentuosa Rayka Zehtabchi, regista iraniano-americana classe ’94, la prima della sua etnia a vincere un Oscar, si concentra su questo cambiamento importante all’interno del Paese, ascoltando le testimonianze delle donne di questa zona rurale dell’India dove le mestruazioni sono ancora considerate un tabù. Disponibile su Netflix.
6) La questione femminile (1976)
Dal febbraio del 1976 inizia ad andare in onda sulla Rai La questione femminile, documentario in 10 puntate riguardante la condizione della donna in Italia e nel mondo. L’inchiesta viene diretta dal regista Virgilio Sabel e condotta da Laura Gianoli e alterna clip di interviste a donne appartenenti a diversi contesti sociali e culturali a interventi di personaggi come la parlamentare radicale Adele Faccio. Le puntate della serie sono tematiche: il primo episodio è di introduzione e riguarda il concetto stesso di questione femminile mentre le puntate successive passano ad approfondire temi come il lavoro, l’identità culturale e nazionale, la politica, l’istruzione fino ad arrivare alla sessualità, tutto ciò sempre attraverso lo sguardo delle donne dell’epoca. Disponibile su Rai Play.
7) L’aggettivo donna (1971) – Annabella Miscuglio
In una dichiarazione di intenti, le donne del Collettivo Femminista Cinema di Roma, in seguito alla presentazione del film L’aggettivo donna, stendono un manifesto “Per un cinema clitorideo vaginale”. In questo documento di importanza storica grandiosa queste attiviste rivendicano un tipo di cinema che diventa rivoluzionario quando rappresenta con onestà la vita, analizzando come gli stereotipi femminili proposti dalla società del tempo siano semplicemente il riflesso dei desideri maschili, dei loro impulsi di possesso e dominazione che plasmano un’immagine di donna passiva e sottomessa. Annabella Miscuglio, regista tra le più grandi esponenti del femminismo italiano, con L’aggettivo donna dà voce ad ogni categoria femminile: ascolta le operaie, le casalinghe, le madri, le giovani donne alla scoperta del sesso ma anche le bambine già tristemente consapevoli dei propri ruoli di genere impostigli dalla società. Disponibile su YouTube.

8) She’s Beautiful When She’s Angry (2014) – Mary Dore
Il documentario ricostruisce la storia delle attiviste femministe americane fondatrici del moderno movimento femminista tra il 1966 e il 1971. Esplorando la storia del femminismo della seconda ondata, She’s Beautiful When She’s Angry combina filmati d’archivio, interviste e performances per narrare le storie delle donne che hanno fatto la storia del movimento, catturando lo spirito del tempo. Tra le numerose figure intervistate c’è la pioniera Kate Millet, attivista e scrittrice femminista, autrice del famoso Sexual Politics, Denise Oliver, professoressa americana, parte delle Black Panthers e degli Young Lords, Linda Burnham, giornalista e attivista co-fondatrice del Women of Color Resource Center e l’attuale rappresentante del Distretto di Columbia alla Camera dei Rappresentanti, Eleanor Holmes Norton. Disponibile su Netflix.
9) Black Panthers (1968) – Agnès Varda
Girato nel 1968 in California all’indomani dell’arresto del leader delle Black Panthers, Huey P. Newton, Black Panthers racconta, attraverso gli occhi di uomini ma soprattutto di donne nere, l’importanza della loro lotta politica e delle rivoluzioni sociali che stavano avvenendo proprio in quegli anni. Agnès Varda, con il suo sguardo sensibile e mai invadente, dà spazio alle voci di tutti a partire proprio da Newton, il quale racconta alla regista belga il trattamento ricevuto in carcere e spiega gli ideali del movimento. Una parte molto interessante del documentario è quella dove Varda intervista con attenzione le donne esponenti del movimento. Tra di loro c’è Kathleen Cleaver, professoressa universitaria e attivista, che oltre a fornire un punto di vista unico su quell’epoca storica così fondamentale per i diritti civili, apre una riflessione quantomai attuale sulla black beauty, sull’esaltazione della bellezza naturale che diventa una questione a tutti gli effetti politica. Disponibile su Mubi.
10) Dark Girls (2011) - D. Channsin Berry & Bill Duke
Esplorando uno degli argomenti ancora considerati tabù nella società, Dark Girls approfondisce il tema del colorism nella comunità afroamericana. Il film si concentra in particolare sulle testimonianze femminili -tra cui quella di Viola Davis- che raccontano di come il colorism abbia plasmato la propria vita e le relazioni con l’altro e con il mondo. Il problema dei body image e self-esteem issues tra le giovani ragazze nere è uno dei temi politici su cui è necessario si concentri il femminismo internazionale, aprendo dibattiti e registrando testimonianze. Partendo da un re-enactment dell’esperimento di Kenneth e Mamie Clark sulle bambole, Dark Girls analizza anche il business dei prodotti sbiancanti, che alimentano un circolo vizioso degradante per le donne nere. Acclamato dalla Association of Black Psychologyst, il documentario è stato presentato al Pan African Film Festival di Los Angeles nell’aprile del 2012. Nel giugno 2020 è uscito il sequel, Dark Girls 2, approdato sull’Oprah Winfrey Network.
11) La donna nella resistenza (1965) – Liliana Cavani
Il documentario di Liliana Cavani, tra le registe più acclamate e controverse della storia del cinema, ruota attorno alle testimonianze delle donne che hanno fatto parte del movimento della Resistenza antifascista. Documento di grande importanza storica, La donna nella resistenza evidenza voci e storie di donne eroiche e coraggiose, testimoni di vicende orribili, donne che hanno visto la propria famiglia morire di fronte ai propri occhi, donne torturate e tormentate dalla sindrome post-traumatica da stress. Nel periodo della Seconda Guerra Mondiale l’apporto delle donne alla lotta è stato fondamentale e con questo documentario Liliana Cavani vuole onorare tutte le combattenti e le attiviste che hanno nascosto, mentito, rischiato la propria vita per difendere una delle cose più importanti per le generazioni future: la libertà. Disponibile su YouTube.

12) A Girl Like Me (2005) – Kiri Davis
Lo splendido cortometraggio documentario di Kiri Davis consiste in una serie di interviste a giovani ragazze afroamericane che affrontano il tema dei body image issues. Le intervistate iniziano parlando dei capelli afro che vengono considerati indisciplinati e poco professionali e si spostano poi sul problema del colorism, di come la pelle bianca sia stata sempre considerata come sinonimo di bellezza, con conseguenze terribili come i tentativi di bagni nella candeggina o l’utilizzo estenuante delle creme sbiancanti. Kiri Davis rimette poi in atto l’esperimento effettuato da Kenneth e Mamie Clark tra il 1939 e il 1940 sulle bambole: a un gruppo di 21 bimbi neri viene chiesto di scegliere tra due bambole, una bianca e una nera. La maggioranza dei bambini -nel 2005 come negli anni ‘40- sceglievano la bambola bianca, considerandola “più carina” di quella nera. A Girl Like Me è un documentario fondamentale per il femminismo intersezionale e ci dimostra di come ci sia ancora tantissima strada da fare. Disponibile su YouTube.

13) Processo per stupro (1979)
Trasmesso dalla Rai per la prima volta nell’aprile del 1979 con tre milioni di telespettatori, Processo per stupro è una testimonianza fondamentale del trattamento della donna nei casi di processi contro violenze sessuali. Il documentario, fortemente voluto dalle sue sei autrici Loredana Rotondo, Rony Daopulo, Paola De Martis, Annabella Miscuglio, Maria Grazia Belmonti e Anna Carini, ha scosso fortemente l’opinione pubblica italiana mostrando come spesso la vittima di violenza sessuale diventa vera e propria imputata durante il processo. Tristemente, la situazione attuale è rimasta pressoché la stessa: le scene di Processo per stupro in cui l’avvocato difensore dei 4 stupratori di Fiorella le chiede perché si trovasse da sola a casa con 4 maschi riecheggia in molti dei processi più scandalosi e recenti di violenza sessuale. A condurre la narrazione, l’arringa della formidabile Tina Lagostena Bassi, che non manca di ripetere come lei sia l’accusatrice e non il difensore della parte lesa, e di come nei processi per i furti la merce viene trattata meglio rispetto ad una donna nei processi di violenza sessuale. Processo per stupro è un grande documento femminista creato da donne, per le donne, in difesa delle donne in una società patriarcale che tuttora ci rende oggetti. Disponibile su YouTube.

Un grazie speciale ad Alicia ❤