Reciclare è semplice, possiamo farlo anche noi!
“THE TRUE COST” (Il vero prezzo) è il titolo del documentario che ho visto l’anno scorso e che da allora mi ha in parte cambiato il modo di pensare e di agire. Girato da Andrew Morgan, un regista di Los Angeles senza nessun precedente in ambito fashion e prodotto da Livia Firth, la moglie dell’attore Colin Firth, che invece, si batte da anni insieme al marito per una maggiore sostenibilità nella moda.
Il documentario ci mostra lo sfruttamento dei lavoratori in Bangladesh da parte delle catene fast fashion, che ben conosciamo (Zara, H&M, Topshop, e co.) e come questi utilizzino le persone 24h per produrre un numero di collezioni irragionevole in un tempo ridotto. Prima di vedere tutto ciò, non avevo mai pensato che come minimo da Zara vedo passare una ventina, se non di più, di stagioni all’anno e se riflettete non ha alcun senso. Quanti capi vengono in realtà venduti e quanti sprecati? Quindi, alla luce di tutto ciò, è proprio da qualche anno, prima che scoppiasse il trend, che ho deciso di acquistare l’80% dei miei capi nei negozi vintage. Un esempio, il mio ultimo acquisto di ieri sono stati dei jeans di Trussardi degli anni ’80 presi nel mio negozio vintage di fiducia.
Spesso quando abbiamo bisogno di un vestito in particolare, magari per un' occasione, siamo subito portati ad andare su un sito delle catene fast fashion a cercarlo, per poi ,sicuramente, trovarne anche due per un’eventuale scelta. Non siamo abituati a pensare: “cavolo potrei andare in un negozio dell’usato e cercare qualcosa di unico, così da non rischiare di trovare qualcun’altra con il mio stesso abito!”. Perché vintage non è sinonimo solo di riciclo, ma anche di unicità e spesso qualità, perché ho notato che la percentuale di cotone dei capi di anni fa è molto più alta rispetto all’attuale, proprio per i motivi sopra descritti: PRODURE A PIU’ NON POSSO.
Un’ulteriore abitudine che è diventata parte della mia routine, dopo ogni cambio di stagione e non solo, è il portare abiti che non metto più o nei negozi dell’usato stessi o da &Other Stories e H&M, i quali hanno sposato la pratica del riciclo. Infatti, se voi portate in uno di questi negozi indumenti, ma anche biancheria intima e prodotti cosmetici terminati, avrete in cambio il 10% (nel primo) o 10 euro (nel secondo) di sconto. Se un minimo vi ho incuriosite potete trovare tutti i dettagli al riguardo sulla sezione RECYCLING di &Other Stories.
Ovviamente, non dico di aver eliminato al 100% gli acquisti nelle catene, però sicuramente rispetto a prima ho ridotto notevolmente il numero e adesso ogni volta che mi serve un capo in particolare, la mia ricerca parte proprio dai negozi vintage.
Ottimo spunto di riflessione questo documentario, che ancora una volta vi invito a vedere, per capire cosa c’è veramente dietro alla maglietta da 5 euro che trovate da Bershka.