Intervista a Laura Brioschi: «Curvy is not a crime!»

Laura Brioschi, classe 1989, è una modella curvy. Attraverso il suo blog ed il suo account Instagram, @lovecurvy__laurabrioschi, cerca di influenzare positivamente il proprio pubblico. Inizia a fare la modella nel 2009 e da allora si è fatta strada in tutta Europa e non solo. Infatti lo scorso anno è volata a LA per realizzare la sua prima capsule di abbigliamento in collaborazione con un brand Americano.
Oggi è anche imprenditrice di successo, ha una sua linea di costumi totalmente made in Italy, dalla manodopera al tessuto, chiamata @The_LoveCurvy_Bikini, per le ragazze che come lei, hanno voglia di sentirsi bene nel proprio corpo. La linea si può trovare qui.
Come hai cominciato nel mondo della moda?
«Avevo 18 anni e un mio amico scoprì che esistevano quelle che adesso vengono chiamate modelle curvy. Non pensavo assolutamente di fare la modella, ma mi sono buttata e sono stata scelta ad un casting tra ottocento ragazze. Ho comunque dovuto perdere qualche chilo, per entrare nei centimetri del campionario e questo mi ha creato qualche difficoltà. Ero una taglia 44 e molti apprezzavano la mia bellezza, ma dovevo comunque essere più magra rispetto alla mia taglia naturale. Dopo due mesi mi hanno buttata in passerella a Milano, quella è stata una grande emozione».
Che rapporto hai con il tuo corpo e come sei arrivata ad avere questa sicurezza?
«Attualmente rispetto molto il mio corpo e me stessa in generale , ma non è sempre stato così. Mi detestavo, la frase più frequente che potevi trovare sul mio diario del tempo era: sei carina, ma potresti essere anche meglio. Questo mi ha portato a non concludere tante cose. Questo atteggiamento è peggiorato quando sono diventata modella, soprattutto quando mi facevano notare i centimetri presi. Ero comunque una modella curvy, ma più magra ero più andavo bene. Non mi sono presentata a diversi casting se pesavo più di un tot, perché non volevo essere ricordata così (anche se probabilmente ero più magra di adesso). Dunque ero molto insicura, sia al lavoro sia con gli uomini. Nonostante ci fossero dei momenti di felicità, non sapevo bene chi fossi. Ho acquisito sicurezza in me tramite tante batoste, principalmente: diete che non funzionavano, delusioni amorose, aver sofferto di bulimia. Quando mi si è interrotto il ciclo, ad un un certo punto, mi sono domandata: è questa la donna che vuoi diventare? vuoi che la tua vita sia condizionata da un disturbo alimentare per sempre? Da quel momento ho cominciato a parlarne, dirlo ai miei genitori è stata dura, e cerco di tenere latente quel desiderio che ogni tanto di ripresenta. La bulimia non mi ha mai abbandonata, però ogni giorno scelgo di essere sana ed è la scelta migliore che io abbia mai fatto. Sono molto più forte».
“Curvy” è un termine che spesso viene frainteso. Cosa significa per te?
«Curvy per me è armonia, è un atteggiamento positive verso il proprio corpo. Si mangia, si può essere in salute, si fa attività fisica senza bisogno di ossessionarsi e senza troppi eccessi. Non è una cosa negativa».
Hai un modello curvy a cui ti sei ispirata per portare avanti quello in cui credi diventando un vero e proprio esempio?
«Quando ho iniziato a fare il mio "movimento curvy" non conoscevo nessun altro che lo facesse. Era il 2014 e ho provato ad aprire il blog, anche se non ci stavo molto dietro. Nel 2016 ho aperto Instagram, però non conoscevo tante icone curvy, come Ashley Graham, non cercavo notizie su Internet in generale, quindi non avevo un punto di riferimento. Facevo il mio, proprio perché l'ispirazione è nata da un mio periodo brutto personale. Ad oggi, sicuramente figure come Ashley sono pazzesche. Lei è una diva, ha dimostrato che una donna formosa può arrivare ovunque ed essere meravigliosa».
Com’è nato lovecurvy.com?
«Lovecurvy.com è nato nel 2014. Un altro mio amico mi ha domandato: ma perché non racconti un po' della tua vita, quello che fai? La gente è curiosa. Quindi l'ho aperto, anche se non sono mai stata un da computer e soprattutto non sapevo se effettivamente alla gente interessasse quello che facevo. Ero una modella normalissima, quindi non mi sembrava di avere chissà quali aneddoti da raccontare. Invece poi è andato tutto bene e va ancora, anche se scrivere non è proprio il mio mestiere».
Che rapporto hai con i tuoi followers?
«Adoro le mie followers, anche se qualcuno spesso è triste. Poterle aiutare a cambiare vita è magico e meraviglioso. Quando stavo male avrei voluto che qualcuno mi aiutasse, che mi facesse vedere tutti i lati positivi e mi aprisse un po' la mente. Farlo per loro è bellissimo. Mi piace coinvolgerle nei miei eventi, infatti cercherò di farne sempre di più per conoscerle il più possibile».
“#curvyisnotacrime” , com'è nato?
«Nasce per combattere il senso di colpa che le ragazze formose si portano dietro. Dal aver mangiato troppo al commento della famiglia che te lo fa notare, che ci fa sempre pensare di aver fatto qualcosa di molto sbagliato».
Qual è la tua più grande soddisfazione? Personale e lavorativa.
«Aver creato la mia linea di costume, il numero di followers che ho e aver fatto degli eventi. Tutto quello che faccio e tutto quello che conquisto è anche merito della persona che ho accanto, penso che sia una cosa molto preziosa. Avere qualcuno che ti sostiene ti fa sentire wonder woman. Credo che la più grande soddisfazione sia questo, l'aver trovato un altro individuo meraviglioso e completo come me»
All’inizio del 2018 , in concomitanza con la Fashion Week, tu e altre 25 donne avete sfilato in intimo in Piazza Duomo; #everybodiesareafitnessbodies è stato un messaggio forte. A distanza di tempo che impatto ha avuto?
«Un messaggio sicuramente forte, che ha avuto grande risonanza anche sui social, proprio perché motivazionale. Proprio per questo ho deciso di ripeterlo quest'anno con un tema più soft, il fitness, ''Everydoby has a fitness body". Ho coinvolto anche qualche uomo. Per Febbraio sto pensando a qualcosa di carino, ma più d'impatto».
La moda per le ragazze curvy è molto più accessibile adesso? Com’era quando hai cominciato?
«Ad oggi sono sempre più brand in Italia che scelgono di inserire capi anche oltre la taglia 46 e questa è una gran fortuna per noi curvy. Nonostante ciò non è sempre facile trovare ciò che ci piace o che sia a portata di portafogli, certamente internet e lo shopping online aiutano, ma è anche più diffuso nella "new generation" che non per chi è già più grande. Si sono in generale fatti grandi passi, ma manca ancora qualcosa. Troppe volte mi vengono segnalati dalle followers marchi e/o commessi che ti denigrano per la tua taglia dicendo che se vuoi entrare in quei jeans devi dimagrire e non te li fanno nemmeno provare perchè sennò il capo si rovina e ti fanno sentire un "cesso". Quindi c'è ancora da lavorarci un pò, apprezzo molto i negozi che hanno sia taglie regular curvy anche se so che non è semplice soddisfare tutti e potersi permettere di avere ogni capo in tutte le taglie, ma quando si riesce mi piace molto. »