Pomodori verdi fritti: come gustare la vita con la giusta salsa!

È una storia avvincente quella raccontata da Fannie Flagg nel libro Pomodori Verdi fritti al c affè di Whistle Stop (poi trasposto su una fortunata pellicola: Pomodori Verdi fritti alla fermata del treno, diretto da Jon Amet con Kathy Bates e Mary Stuart Masterson); una storia che fa tornare indietro di vent’anni chi si immerge in questa avventura e si ritrova come Evelyn sul divano della casa di riposo Rose Terrace, in Alabama ad ascoltare i racconti di Nanny, la più dolce delle vecchine.
Il lettore/la lettrice è subito portato infatti a simpatizzare con la protagonista, Evelyn, una casalinga americana con un matrimonio in crisi e una vita che sembra sopraffarla sempre di più. Durante la visita di rito ad una vecchia zia Evelyn si ritrova in compagnia di Nanny Treathgoode che approfitta della sua presenza per ricordare i tempi della sua giovinezza. Ma la buona signora scompare quasi completamente dalla storia, lasciando il palco a tutta la famiglia Treathgoode e alla variegata umanità che gli ruotava attorno.
Quella che inizia come una semplice storia di famiglia diventa presto però il racconto straordinario dell’amicizia e dell’amore tra due donne, Idgie Threathgoode e Ruth Jaminson e così quese due donne, la loro forza e la loro determinatezza diventano una fonte di ispirazione per Evelyn: la casalinga disperata dei primi capitoli inizierà una prodigiosa trasformazione che la porterà a rivalutare il suo ruolo di moglie e di donna.
Un’ altra cosa che colpisce e fa riflettere di questo libro è la naturalezza con cui queste due donne (irruenta ed espansiva Idgie, dolce e riservata Ruth) si muovono nel mondo maschilista e razzista dell’America degli anni ’30. La cittadina dell’Alabama sembra quasi chiudersi con affetto attorno a questa coppia così fuori dalle righe, accettando con naturalezza il fatto che due donne convivano, gestiscano insieme un caffè e crescano il figlio che Ruth ha avuto dal violento marito (e dal quale con l’aiuto proprio di Idgie è scappata): le lotte e le difficoltà che si trovano ad affrontare non sono dovute a quello che queste donne sono (intraprendenti, forti e lesbiche) ma a quello che fanno: esse infatti si rifiutano di trattare diversamente le persone di colore della città e a sottomettersi ai soprusi del violento marito di Ruth.
Con uno stile leggero e brioso l’autrice presenta la realtà nella sua interezza, una vita che si presenta a volte leggera e piacevole come un piatto di pomodori verdi fritti, a volte invece porta tutto il suo carico di complicazioni e sofferenze. Come dice saggiamente Simpsy, la cuoca di colore: ’ il segreto è nella salsa! ‘ Ovvero: la realtà è quello che è, ciò che conta è la forza con la quale si affronta e le persone con cui si decide di combatterla quando non è come dovrebbe essere.
Nei fili di questa storia ci sono quindi quattro donne, diversissime e complementari che vivono su piani sociali e temporali completamente diversi, ma come è sempre stato e sempre sarà il semplice fatto di conoscersi, condividere storie e rifletterci sopra diventa una fonte di ispirazione