Lee Krasner. Perché non siamo solo mogli di qualcuno.
Leonore Krasner è una delle artiste più interessanti del 20esimo secolo. Esponente importantissima dell'espressionismo astratto, donna dal carattere fiero e risoluto, è ricordata dalla storia non per il suo talento, o per i riconoscimenti ottenuti, ma soltanto come la moglie di Jackson Pollock.
Inevitabilmente, quando si parla di Leonore Krasner, non si fa che un breve accenno alla sua carriera artistica, sviluppata in maniera molto più brillante, secondo il mio parere chiaramente, della sua cara dolce metà. Della sua caparbietà e del suo spirito ribelle e vivace, tutto ciò che è rimasto sono i "gossip" sui suoi battibecchi con Peggy Guggenheim e le sue (più che comprensibili) sfuriate contro i giornalisti e i critici che la chiamavano Mrs. Pollock.
"I have just received an invitation from you. And it says Mrs Jackson Poll-ACK. Well, I deserve better than this!"
"Ho appena ricevuto il vostro invito. E c'è scritto Signora Jackson Poll-ACK. Beh, merito molto più di questo!"
Ciò che piuttosto sarebbe da ricordare di Leonore Krasner è come si sia fatta strada quando il mondo dell'arte era ancora piuttosto fallocentrista, tant'è che dovette assumere il nome d'arte di "Lee" per donare un carattere più androgino agli occhi dei critici.
Come, a differenza del marito, non abbia mai smesso di lavorare nei momenti più bui della sua vita, ma anzi utilizzò l'arte come un balsamo sulle sue ferite. Ad esempio, nel 1955, mentre Pollock stava cadendo sempre più profondamente nel vortice dell'alcolismo, le immagini che lei creò partendo dai frammenti dei suoi stessi quadri scartati sono diventate uno dei cicli più interessanti del suo percorso artistico.
Come il suo lavoro è un continuo susseguirsi di stili ed innovazioni diverse, legate dal filo rosso della sua brillante intuizione artistica. Anche per questo il suo lavoro, rispetto a quello dei suoi "colleghi", risulta meno riconoscibile.
"Credeva che l'arte fosse un'espressione dell'io interiore. Avere un'immagine distintiva sempre uguale significherebbe non avere contingenza nella vita" dice la curatrice Eleanor Nairne.
Come questa donna franca e acuta, che conosceva benissimo il proprio valore, non era un agnellino nella tana dei lupi, o un'infermiera succube del marito. Al contrario. Nonostante le difficoltà economiche, coniugali, lavorative, ha sempre portato avanti le sue battaglie personali con fierezza. E non ha mai smesso di evolvere come artista, donandoci riflessioni pittoriche sempre moderne ed interessanti.
Infine, voglio concludere dicendo che questo articolo non è un dito d'accusa contro il mondo dell'arte, o contro il patriarcato brutto e cattivo, che sarebbe un'analisi superficiale e fallace. E neanche un tentativo di rileggere le opere della Krasner in chiave femminista, che risulterebbe anacronistico e totalmente incorretto.
Ciò che questo articolo vuole fare è rimettere nella luce che si merita un'artista troppo adombrata dai gossip e dai drammi della sua vita coniugale. È, per una volta, parlare di Lee Krasner in quanto Leonore Krasner e non Mrs. Pollock. È sottolineare come ora e sempre, una donna non è solo una madre, una moglie, una figlia. Una donna è tutto ciò che vuole essere. Leonore Krasner voleva essere un'artista.