Contraccezione: tra maschilismo tossico, farmaci innovativi e occultamento degli effetti collaterali
Sujoy Guha, ingegnere biomedico indiano, ha creato un contraccettivo maschile reversibile: il farmaco viene iniettato sotto anestesia locale all’interno dei tubuli che portano il liquido seminale dai testicoli al pene.
Si tratta di un gel che inibisce gli spermatozoi rendendoli inattivi
L’effetto contraccettivo può essere vanificato tramite l’iniezione di una sostanza ulteriore che ha lo scopo di disgregare il gel inibitore.
Il dottor Sharma ha pubblicato recentemente i risultati dei test clinici: 139 uomini sposati e sotto i 41 anni con almeno due bambini sono stati sottoposti all’iniezione del farmaco. Le mogli di 133 uomini, dopo aver avuto dei rapporti non protetti, non sono rimaste incinte. Per quanto riguarda gli altri sei uomini, si deve il fallimento a un difetto della siringa che ha causato delle perdite o a un problema legato ai dotti trasportanti il liquido seminale.
Il professor Page si è ritenuto soddisfatto dei test clinici ed è fermamente convinto che 139 volontari siano pochi e che sei mesi di prove siano estremamente riduttive. I ricercatori indiani dagli anni Novanta hanno testato il farmaco su più di 500 volontari, questo ha permesso di perfezionarlo e di renderlo altamente tollerabile.
L’iniezione è economica e duratura nel tempo, inoltre, i volontari non hanno avuto effetti collaterali significativi. Sarebbe il primo contraccettivo maschile non invasivo e reversibile.
A questo punto, è lecito chiedersi se gli uomini si sottoporranno all’iniezione
Nelle società patriarcali come l’India, gli uomini non utilizzano contraccettivi, il 90% delle coppie non usa i preservativi e nonostante la sterilizzazione femminile rimanga una pratica estremamente comune, la vasectomia viene eseguita in casi molto rari. C’è una discrepanza evidente tra uomini e donne.
È necessario a questo proposito fare un appunto circa l’istituzione patriarcale. Diversi uomini non si preoccupano della contraccezione in quanto non rischiano direttamente con il proprio corpo, di conseguenza, si riscontra un disinteresse quasi totale nei confronti di qualunque tipo di anticoncezionale.
Essendo inoltre gli anticoncezionali tipicamente e storicamente femminili, gli uomini proverebbero una forte castrazione: non è il corpo maschile ad essere in pericolo di una gravidanza, gli anticoncezionali sono materia per donne pertanto il loro l’utilizzo rende l’uomo poco virile. A questo punto, non vi sorprenderà sapere che le compagnie farmaceutiche sono interamente gestite da uomini occidentali che continuano a portare avanti stereotipi maschili altamente tossici.
Breve storia della pillola e del patriarcato
La contraccezione era una pratica illegale in diversi stati agli inizi del Novecento, pertanto evitare gravidanze indesiderate risultava estremamente difficile per le donne.
Margaret Sanger: donna ribelle e conservatrice
Durante l’adolescenza riesce a seguire un corso per infermiere e dal 1912 inizia a scrivere per il New York Call la rubrica di educazione sessuale Quello che ogni ragazza dovrebbe sapere che incoraggia le donne alla maternità scelta e responsabile. È necessario specificare che era considerato osceno parlare di contraccettivi.
Dopo la morte per aborto di una sua paziente, nel 1914 lascia il marito, fonda il mensile The Woman Rebel in cui rivendica per le donne il diritto di disporre del proprio corpo e usa per la prima volta il termine “controllo delle nascite”
Il 16 ottobre 1916, fonda a Brooklyn la prima clinica per la pianificazione familiare; il 25 la polizia la chiude, arresta lei e il resto del personale. Tutti sono condannati a 30 giorni in carcere, ma nel 1918 un’altra sentenza autorizza i medici a prescrivere contraccettivi quando una maternità mette a rischio la salute della donna.
Il processo attrae nuovi sostenitori, e mobilita le femministe tra cui l’amica Katherine Dexter: seconda donna a laurearsi al Massachusetts Institute of Technology, vice presidente della National American Women Suffrage Association e vice presidente della League of Women Voters.
Nel 1921 Margaret fonda l’American Birth Control League e nel 1923 anche grazie a Katherine che organizza l’importazione clandestina di diaframmi* dall’Europa, apre a New York il Clinical Research Bureau: un centro di raccolta dati sull’efficacia dei contraccettivi e la prima clinica legale di controllo delle nascite con donne medici e operatrici sociali. Nel 1952 fonda l’International Planned Parenthood Federation, di cui rimane presidente fino al 1959, promuove la pillola e collabora all’apertura di nuove cliniche in Europa, in Asia e in Africa. Muore il 16 settembre 1966 nella sua casa Tucson, in Arizona.
*Il diaframma è un metodo contraccettivo utilizzato in Olanda ben più efficace delle lavande con acido borico e delle pasticche di chinino che Margaret consigliava alle sue pazienti.
Margaret Sanger è stata una attivista instancabile
Ha pubblica articoli e saggi in cui ha denunciato l’oppressione delle donne da parte del patriarcato, delle chiese oscurantiste e del capitalismo.
Tuttavia, mi sento in dovere di riportare alcune delle sue idee più ambigue pregandovi di tenere conto del periodo in cui visse: le prime femministe - perlopiù occidentali agiate - hanno riconosciuto i problemi insisti all’interno delle istituzioni patriarcali e in un periodo precedente alle critiche dello stesso sistema, hanno commesso errori più o meno gravi e trascurato alcuni aspetti che noi oggi consideriamo fondamentali. È bene ricordare, senza moralismo alcuno, che oggi viviamo in un’epoca completamente diverse e che alcune idee sono state frutto del tempo.
Margaret Sanger voleva che le donne migliorassero la specie, era favorevole alla legge che vietava l’ingresso negli Stati Uniti di “ritardati mentali, idioti, sifilitici, epilettici, criminali, prostitute” e riteneva da “scoraggiare e meglio prevenire la propagazione degli innegabili deboli di mente.”
Inoltre, a suo avviso, l’aborto doveva restare un delitto e riteneva la masturbazione una devianza con gravi conseguenze che si protraevano nel tempo tanto a livello psichico che fisico.
Nel 1939 Margaret Sanger ha lanciato il Negro Project perché anche la popolazione più povera degli stati del Sud avesse il diritto di decidere se e quando avere figli. La sua Division for Negro Service comprendeva corsi di educazione sessuale, la sperimentazione di metodi più semplici e meno costosi del diaframma. Il problema era che i medici bianchi abusavano del progetto per sterilizzare forzosamente donne e uomini di colore così venne chiuso il progetto nel 1943.
“Sebbene lavorasse per un controllo volontario delle nascite e per la sanità pubblica, il suo uso del linguaggio eugenetico ha probabilmente contribuito a giustificare le sterilizzazioni abusive”, ha scritto la femminista americana Gloria Steinem nel 1998.
Fortunatamente, il movimento femminista si è evoluto, basti pensare che negli anni Settanta diverse donne si sono battute con lo scopo di legalizzare l’aborto e abbattere il tabù nei confronti dell’autoerotismo femminile, riuscendoci. Tuttora è un movimento in continua crescita.
La sperimentazione e l’occultamento degli effetti collaterali
Negli anni Cinquanta, in Massachusetts, il ginecologo John Rock e il biologo Gregory Pincus hanno condotto ricerche e sperimentazioni circa gli effetti della pillola anticoncezionale finanziate interamente da Katherine Dexter.
All'inizio Pincus e altri ricercatori cercavano metodi di contraccezione ormonale per uomini. Tuttavia smisero a causa degli effetti collaterali. Credevano che le donne avrebbero tollerato gli effetti collaterali meglio degli uomini, che avevano bisogno di condizioni di vita migliori e non potevano, a loro avviso, permettersi di stare male.
Non avevano detto alle pazienti che la pillola avrebbe impedito loro di rimanere incinte
Molte donne abbandonarono lo studio perché gli effetti collaterali erano troppo pesanti: gonfiore, coaguli potenzialmente fatali, cambiamenti d’umore.
Pincus e Rock allora iniziarono a guardare a Porto Rico, dove le problematiche legate alla sovrappopolazione erano sfociate nella legalizzazione dell'aborto e dei metodi di controllo delle nascite. Molte donne erano anche sterilizzate senza consenso o senza che fossero informate dei rischi dell’operazione.
Ma anche le donne portoricane abbandonavano lo studio, perciò cominciarono a cercare donne che potessero essere costrette a partecipare, in patria e a Porto Rico come le donne rinchiuse nei manicomi del Massachusetts.
Alla fine il dottor Wray, direttore scientifico dei consultori di Porto Rico, decise di dire alle donne a cosa serviva la pillola. Gli assistenti sociali cominciarono ad andare tra le case popolari di San Juan per spiegare che la pillola impediva di rimanere incinta. Una volta che le donne seppero a cosa serviva, cominciarono a iscriversi a centinaia alla sperimentazione. Tuttavia, non sapevano che era ancora tutto a livello ipotetico: era una sperimentazione.
A conclusione dello studio, Rice-Wray disse a Rock e Pincus che la pillola era sicura al 100 percento nella prevenzione della gravidanza. In quell'occasione, 17 partecipanti su 100 avevano sofferto di effetti collaterali quali nausea, malessere, emicrania, mal di stomaco e vomito.Tre donne erano morte durante lo studio, ma non si condussero mai autopsie sui loro corpi per capire quale ne fosse la causa. Il dottor Rice-Wray concluse che la pillola in questione aveva "troppi effetti collaterali per essere accettabile."

I medici erano al corrente dei molti effetti collaterali, ma le donne non erano informate, nel 1970, la giornalista Barbara Seaman scrisse The Doctors' Case Against the Pill.
Il libro venne portato all'attenzione del senatore del Wisconsin Gaylord Nelson.
Nelson voleva che fosse stilato un atto che rendesse obbligatoria l'informativa alle pazienti. Nel gennaio 1970, condusse delle indagini per capire di più del legame tra l'uso della pillola e il decremento nel desiderio sessuale, la depressione e i coaguli di sangue, ma nessuna donna venne invitata a parlare.
Così, il collettivo Women's Liberation di Washington D.C. protestò per l'assenza di donne alle udienze. Queste udienze volute da Nelson portarono a pillole molto più leggere, e all'inserzione di un foglietto illustrativo da 100 parole nelle confezioni, una svolta epocale che ha permesso alle donne di essere più informate.
Su JAMA Psychiatry è stato pubblicato uno studio danese che evidenzia una correlazione tra l'utilizzo dei contraccettivi ormonali e le diagnosi di depressione clinica
Oggigiorno, alcuni effetti collaterali vengono ancora occultati: le donne sostengono che la depressione sia un effetto collaterale derivato dall’utilizzo degli ormoni presenti all’interno di pillole, cerotti e anelli e lo sanno da cinquant’anni, perché mancano i dati scientifici?
Questa condizione dipende dal disinteresse generale perpetuato nei confronti della salute femminile e del corpo delle donne.
La buona notizia è che uno studio danese evidenzia una correlazione tra l'utilizzo dei contraccettivi ormonali e le diagnosi di depressione clinica. Lo studio ha interessato più di un milione di donne lungo un periodo di sei anni e i ricercatori hanno scoperto che le donne che fanno uso di contraccettivi ormonali sono molto più interessate dalle prescrizioni di antidepressivi.
“Lo studio ha individuato una connessione particolarmente forte tra l'uso di contraccettivi orali durante l'adolescenza e la depressione: il rischio di finire in trattamento con antidepressivi aumenta dell’ 80 percento nelle adolescenti che prendono la pillola.”
Questa ricerca ha lo scopo di fornire più informazioni possibili alle donne affinché possano scegliere in modo consapevole il metodo più consono alle proprie esigenze. È necessario essere totalmente trasparenti senza nascondere o trascurare i dati. Bisogna fidarsi delle donne e della loro capacità di scelta quando hanno tutte le informazioni necessarie.