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High Fidelity, la nuova serie di Hulu che vi conquisterà

Tra le più apprezzate novità delle ultime settimane emerge High Fidelity, la nuova serie distribuita da Hulu che vede come protagonista Rob, una ragazza sulla trentina interpretata da Zoë Kravitz, proprietaria di un negozio di vinili nel quartiere di Crown Heights a Brooklyn. Amante della musica, della pop culture e dello stilare liste, la serie ruota attorno alla sua vita, agli amici e alle relazioni sentimentali.


High fidelity è una trasposizione in serie del film di Stephen Frears Alta fedeltà, a sua volta adattato a partire dall’omonimo romanzo di Nick Hornby. Il personaggio di Rob nel film e nel libro è un maschio: ci troviamo quindi di fronte ad un caso di gender swap, ovvero l’atto di cambiare il gender di un personaggio in una produzione proveniente da un prodotto originale, che sia un film, una serie o una fan art.

Rob, che qui sta per Robin, è uno di quei personaggi femminili di cui si è popolato solo ultimamente l’universo seriale: è una donna indipendente capace di stare in solitudine, è bisessuale, ha un approccio libero al sesso, è diretta e provocatoria. In molti di queste caratteristiche Rob ci ricorda Fleabag dell’omonima serie inglese, in quanto entrambe sono “donne difficili” che esulano dalle caratteristiche stereotipiche della femminilità, hanno rapporti complessi con gli uomini e con se stesse. Oltre alla vicinanza tra i due personaggi, i punti in comune tra le due serie sono soprattutto dal punto di vista della messa in scena: Rob, come Fleabag, rompe spesso la quarta parete, parlando direttamente con noi spettatori, aumentando il coinvolgimento e spiegando in prima persona gli eventi del suo passato. Nel pilot, ad esempio, Rob enuncia una delle sue tante Top Five, la classifica dei peggiori heartbreak lo fa narrando mentre sullo schermo si avvicendano dei flashback. Questo espediente narrativo ci permette di immergerci di più nel suo mondo, accorciando la distanza tra noi e lo schermo.

Una parte fondamentale della serie è la musica, grande passione della protagonista. Rob vive nella musica, ha la casa piena di cd, trascorre le sue giornate nel negozio di dischi che gestisce con gli amici Simon e Cherise e prende molto seriamente l’atto di dedicare delle playlist. I Fleetwood Mac, Prince, Blondie (c’è anche un cameo di Debbie Harry), Frank Ocean, sono solo alcuni degli artisti che fanno parte della soundtrack della serie, sia provenendo direttamente dal giradischi di Rob e dalle altre numerose fonti in scena sia dal mixaggio in colonna sonora.




Tra i punti di forza della serie c’è innanzitutto la commistione tra il genere comico e sentimentale che rende molto leggera e scorrevole la fruizione. La musica, come già accennato, insieme alla breve durata delle puntate e la fotografia rimandano all’estetica del cinema indipendente, un chiaro riferimento al film di partenza. Efficace è anche il lavoro di sceneggiatura delle creatrici Veronica West e Sarah Kucserka che sono riuscite a creare un prodotto molto simile al film di Frears attualizzandolo e adattandolo in forma seriale, dilatando i tempi del racconto (il film dura totalmente 109 minuti, le puntate della serie complessivamente arrivano a 300) e scegliendo meticolosamente i lati da approfondire mantenendo comunque una leggerezza di fondo. Interessante è poi proprio l’idea del gender swap: la trasposizione ha reso il personaggio “nuovo” molto vicino all’ “originale” modificandone solo alcuni aspetti più legati alla personalità, senza stravolgerlo totalmente né farne un fac simile, rielaborandolo in chiave contemporanea e femminile.


Zoë Kravitz calza perfettamente nel ruolo: bellissima e stilosa in ogni suo outfit, la sua Rob è un personaggio molto convincente che riesce a colpire lo spettatore ad empatizzare fortemente con lei. Kravitz consolida quindi le sue doti attoriali, recitando nel remake di un film che -curiosamente- figurava anche la madre Lisa Bonet tra gli interpreti. Tra le altre interpretazioni degne di nota c’è anche quella di Da'Vine Joy Randolph nel ruolo di Cherise, una delle spumeggianti migliori amiche di Rob.



High Fidelity è uno dei pochi esempi di serie tv con protagoniste femminili nere, preceduto dai già famosi Chewing Gum e She’s gotta have it, entrambi prodotti Netflix acclamati e apprezzati dal pubblico per la rappresentazione femminile originale. Quella del 2020 si prospetta quindi già come una stagione ricca di narrazioni femminili originali e High Fidelity si inserisce appieno in questa corrente: oltre alle due creatrici a contribuire alla sceneggiatura e alla regia troviamo anche Natasha Lyonne (Orange Is The New Black, Russian Doll) e la stessa Zoë Kravitz.



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