ARTEmisia: Intervista con Helene Lespagnard
Con l'inizio di un nuovo anno, ho deciso oggi di non portare l'attenzione su una figura storicamente nota o influente, ma alla nuova generazione il cui lavoro segnerà questo decennio e il decennio a venire.
In un'era digitale in cui tutti i media interagiscono, si diffondono e si alimentano a vicenda come mai prima d'ora, vorrei dedicare queste poche righe a una persona che mi sta a cuore e che, a mio avviso, è un artista di grande sensibilità e il cui lavoro è totalmente in linea con il mio desiderio di condividere questo nuovo vento fresco che soffia sul panorama artistico contemporaneo.

Ho conosciuto Helene, illustratrice e comic artist, durante il mio Erasmus a Bruxelles l'anno scorso. Mi sono subito interessata ai suoi lavori, e siamo diventate amiche. Abbiamo mantenuto i contatti anche dopo essere entrambe tornate nelle nostre rispettive università, e continuo sempre a seguire i suoi nuovi progetti con attenzione.
Arianna: Ciao Helene! Per iniziare, parlaci un po' di te, dove vivi e studi.
Helene: Da dove iniziare ahah. Mi chiamo Helene Lespagnard e sono una ragazza Belga cresciuta a Kontich, una piccola cittadina vicino Anversa. Devo sempre precisarlo così è più facile da localizzare. Sono Nata il 6 dicembre 1998. Sto studiando Graphic Storytelling and Illustration a Bruxelles, alla LUCA School of Arts.
Per quanto mi ricordo ho sempre disegnato. Voglio dire, è normale credo che un bambino disegni molto. Ma immagino che io non ho mai smesso di farlo e di divertirmi disegnando.
A: Sei sempre stata interessata al medium del fumetto e delle illustrazioni o hai sperimentato un po' prima? Qual è stato il tuo excursus?
H: Nella mia famiglia sono cresciuta subito con i fumetti, ovviamente. Mio padre collezionava fumetti di tutti i tipi, ad esempio Yoko Tsuno, Gaston Lagaffe.... Yoko Tsuno era il mio preferito da bambina. Mi perdevo nei sogni immedesimandomi in questo personaggio così cool... Prima di metterci a dormire i miei genitori leggevano a me e ai miei fratelli proprio qualcuno di questi fumetti, quindi è sempre stato un medium molto presente nella mia vita quotidiana.
Per il mio decimo compleanno ho ricevuto un libro su come disegnare fumetti e come diventare una artista. Lo portavo sempre con me per farlo vedere ai miei amici e insieme disegnavamo e diventavamo veri fumettisti. É divertente perché ancora ho questo libro in giro per casa da qualche parte, e ogni volta che lo rivedo mi tornano in mente tanti bellissimi ricordi.
O anche quando ero piccola avevo una specie di mini-club con i miei amici. Fingevamo di essere delle pop star e di cantare e tutto. Mi piaceva troppo immaginare di diventare famore, e io ero incaricata di creare tutto il merchandise per il nostro piccolo gruppo senza fare assolutamente nulla della parte musicale. Però almeno avevamo i poster e le illustrazioni. Facevo addirittura dei finti magazines e disegnavo fumetti su di noi. Mi ispiravo alle Winx al tempo, ero totalmente ossessionata da loro ! Credo che la musica fosse una parte minima del gioco ahah era più per avere un gruppo per disegnare e fare fumetti ed era perfetto per lasciar correre la mia fantasia.

A: Da cosa ti lasci ispirare?
H: Ci sono tantissime cose e persone che trovo interessanti, anche nella vita di tutti i giorni. Quando mi sento ispirata amo fare delle lunghe passeggiate nella natura. Mi aiuta a schiarire la mente, e mi porta come in uno stato mentale meditativo, tipo. Posso veramente pensare chiaramente e riflettere sui lavori che sto facendo e che voglio fare.
I film sono un'altra grande parte della mia vita. Posso guardare per ore e ore filate diverse serie tv o film e mi lascio ispirare tantissimo da essi. Per le storie, ma anche per le composizioni e la fotografia. Mentre li guardo, dato che spesso lo faccio al pc, prendo tantissimi screen di immagini che trovo particolarmente interessanti. Ho una cartella piena, e quando sono bloccata, o non riesco a trovare una bella composizione o magari una palette non mi convince, apro questa sorta di archivio e cerco di pensare a una soluzione, a qualcosa che possa funzionare.
Poi ovviamente adoro anche visitare esposizioni, fare viaggi con la mia famiglia e coi miei amici. Amo tantissimo viaggiare e mentre sono in giro faccio tantissimi schizzi note di cose che mi danno idee. Inoltre, ti fa uscire un po' dalla routine quotidiana e ti aiuta a sperimentare nuovi modi di pensare e nuove abitudini che potrebbero essere "rinfrescanti" in un certo senso, un modo di guardare al tuo lavoro con un mind-set diverso.
A: Invece, che persone ti ispirano?
H: Ci sono tantissimi artisti che mi influenzano molto nel mio lavoro. Per esempio: Joan Sfar, Joohee Yoon, Mari kanstad johnsen, Blexbolex, Manuele Fior.. Ma anche, una bella chiacchierata con un amico, o persone che incontro tutti i giorni possono dire delle cose che mi restano veramente impresse e che poi sono la scintilla per darmi molte idee. Una storia che qualcuno mi racconta casualmente, o una situazione che hanno vissuto, possono davvero ispirarmi.
A: Come definiresti il tuo stile al momento?

H: Ah, questa è una domanda difficile, dato che non riconosco uno stile particolare nel mio lavoro. Ma forse lo sto ancora cercando... non ho mai una idea chiara di quello che sto facendo ahah. Di sicuro amo disegni naif e surrealisti. Disegni in cui si vede che chi li ha fatti si è divertito. Provo sempre a esprimere questo nei miei lavori, e ad essere meno perfezionista. Ad accettare gli "errori" che faccio e vederli sotto una luce più giocosa, sperimentale.
A: Quando hai capito che volevi disegnare per pagare le bollette?
H: In realtà non c'ho mai riflettuto troppo. Ho sempre sognato di fare qualcosa di creativo e il disegno è sempre stato un medium centrale per me, lo adoro in assoluto. Non credo di poter dire molto altro, a parte che ho sempre amato disegnare e ho scelto tutti i percorsi che mi avrebbero consentito di continuare a farlo.
A: È difficile far rispettare la tua visione artistica ed essere pagati quando ti viene commissionato un progetto?
H: Non ho avuto troppe difficoltà per questo ancora, e spero che non le avrò mai. Pero ho sentito tantissime storie di amici e colleghi che hanno avuto problemi. Spesso mi viene difficile stabilire un prezzo per un progetto perché non tutti capiscono quanto tempo richieda fare un'illustrazione, o un fumetto, e che il processo creativo e la ricerca che gli stanno dietro, e che sono le fondamenta stesse del lavoro, richiedono molto tempo. Fortunatamente, per ora, ho lavorato sempre per e con persone comprensive e rispettose.
A: Perché non ci parli del tuo progetto "Skin".
H: È un progetto che ho fatto mentre stavo studiando in Erasmus alla ERG, sempre aBruxelles. Ho colto l'occasione per sperimentare facendo una storia breve, una silent story. Come ho già detto, adoro fare passeggiate e immergermi nelle foreste che stanno vicino casa mia. Mentre stavo facendo questo progetto, era la stagione di caccia nel mio posto preferito dove vado sempre durante le vacanze. Da quando ero bambina conosco quel luogo, e l'aspetto della caccia mi ha sempre dato tanto da pensare. Stanno anche costruendo tantissimo nelle zone limitrofe e quindi la natura sta scomparendo piano piano.
Avere tutti questi ricordi nostalgici di quel bosco, e vederlo scomparire lentamente mi ha fatto realizzare che volevo lavorare su questo soggetto, fare a mio modo qualcosa a riguardo.
Adoro le foreste e disegnare animali in maniera quasi surrealista. E solo ora, mentre sto facendo questa intervista, ho realizzato che in molte delle mie storie ricorre il soggetto del cacciatore che insegue un animale. É un concetto così primitivo, con tante diverse sfaccettature.
A: Hai dei nuovi progetti a cui stai lavorando?
H: Si, al momento sto frequentando il mio ultimo anno di Graphic Storytelling, per cui diciamo che sarà una sorta di progetto finale. Per riassumere brevemente, la mia storia parla di pubertà.
La protagonista è appunto una giovane ragazza, una bambina che sta lentamente e entrando nella vita adulta, e non ne è molto entusiasta. É un periodo confuso per tantissime persone. E mentre si addentra sempre più in questa fase delicata, inizia a parlare con i suoi giocattoli che prendono vita, ognuno con delle personalità ben precise, che spero non risulteranno cliché ahah, con i quali intreccia delle profonde amicizie. Al momento sto cercando di capire lo stile in cui vorrei impostare il fumetto, e sto perfezionando lo storyboard. Ma se tutto va nei miei piani, spero di finire e pubblicarlo entro Giugno.
A: Hai qualche consiglio da dare a chi vorrebbe diventare un illustratore, un fumettista?
H: Potrebbe sembrare scontato, ma questo è quello che mi aiuta sempre: non scordare di amare ciò che fai, e di non essere troppo duri con sé stessi. Ritengo che sia molto importante divertirti quando si disegna e non tutte le illustrazioni, gli schizzi, i disegni, devono essere perfetti. Continua a fare quello che ti senti di fare, e tieni la mente aperta per lasciarti ispirare dalle persone e i luoghi che ti circondano.