Le Terrificanti Avventure di Sabrina e il coraggio di crescere
Come annunciato dalla consueta lista di Netflix delle uscite del mese, il 24 gennaio sulla piattaforma streaming più famosa troveremo la terza parte de Le Terrificanti Avventure di Sabrina.
Coraggiosa, generosa, intelligente e risoluta, Sabrina Spellman è uno dei personaggi finzionali che negli ultimi anni ha più saputo imporsi nell’immaginario giovanile.
Metà umana e metà strega e figlia legittima del Signore Oscuro, Sabrina vive un conflitto interiore scatenato dalla sua natura duale, che la porta ben presto a dover decidere se abbracciare completamente la sua vita da strega rinunciando però per sempre agli amici e alla vita di una adolescente ordinaria.
Già nella prima stagione vediamo la ragazza alle prese con la scoperta della magia e delle proprie potenzialità: il cammino verso la consapevolezza di sé è però costellato da ostacoli, quali l’insicurezza sulle imminenti decisioni da prendere, le discriminazioni da parte delle Sorelle Sinistre e anche una certa resistenza alle imposizioni della sua “fede”oscura.
Le difficoltà che Sabrina incontra nel suo approccio alla magia sono da considerarsi anche specchio delle difficoltà di una sedicenne qualunque, che la stessa si trova ad affrontare nel suo percorso di vita scolastico, con i bulli che tormentano gli amici e la profonda mentalità patriarcale incarnata dall’ottuso preside.
Nonostante questo, Sabrina e il suo gruppo reagiscono, non si perdono d’animo e continuano a lottare per quello in cui credono, riuscendo a formare con gli amici Rosalind e Theo la WICCA (Woman’s Intersectional Cultural and Creative Association), un gruppo di sorellanza atto ad accogliere tutte le donne e in generale chiunque si trovi in difficoltà nell’ambiente fortemente tossico della Baxter High. Il gruppo si dimostra quindi composto da personaggi forti e combattivi che rifiutano di accettare ingiustizie e soprusi, ma che nascondono come tutti i giovani paure e debolezze.
Le Terrificanti Avventure di Sabrina è una delle serie Netflix più seguite degli ultimi anni perché riesce a coniugare le atmosfere di thriller e horror gotico con una descrizione da teen drama dell’età adolescenziale rendendo anche meglio di altre serie un ritratto inclusivo su cosa vuol dire essere giovani oggi. Sebbene non ci siano indicazioni precise sull’anno di ambientazione (le atmosfere e la scenografia riportano ad un immaginario retrò ma allo stesso tempo c’è presenza di elementi tecnologici) la serie tratta temi molto contemporanei: d’altronde questo è un espediente già visto nel “fratello” Riverdale e in Sex Education dove l’assenza di riferimenti temporali riesce a dare una maggiore universalità alle vicende e alle problematiche trattate.
Nella serie si introduce quindi la messa in questione del sistema patriarcale sia scolastico che “religioso”, ma si affronta anche il discorso sull’identità di genere. Con l’introduzione del personaggio di Theo Putnam, migliore amico di Sabrina, inizialmente identificato come non-binary e successivamente adottando pronomi esclusivamente maschili, si inserisce nella narrazione un livello di inclusività inedito per una serie rivolta ai giovanissimi. Interessante è anche la modalità di costruzione del personaggio, venuta proprio da Lachlan Watson, attivista genderqueer interprete di Theo, la cui storia personale ha aiutato gli showrunner ad una rappresentazione di genere più corretta e incisiva.
Sabrina cresce e decide di voler intraprendere un contatto maggiore con la sua parte più oscura, istruendosi presso l’Accademia delle Arti Occulte e acquisendo una potenza tale da venir designata dal Signore Oscuro come Regina degli Inferi. Qualcosa però va storto, con una carneficina della congrega e la possessione da parte dell’Oscuro di Nick, l’interesse amoroso di Sabrina: così ci lasciava la seconda parte della prima stagione della serie, con una Sabrina più potente e risoluta che mai. L’attesa però è quasi finita e non ci resta che aspettare il 24 gennaio per conoscere quale sarà il piano per riportare Nick fra i vivi.