Il crepitio del fuoco nel caminetto, le forchette che sbattono contro il servizio buono della nonna, i regali sotto l’albero, il cuginetto che corre in giro per casa, Michael Bublé in sottofondo… Tutto perfetto come in un bel cinepanettone americano. Ma eccola lì, in agguato, che attende da mesi questo momento: la tua prozia che con astuzia ti prende di soppiatto per la domanda che speravi di non sentirti dire “MA IL FIDANZATINO???”.
Inerme, disarmato, con ancora troppo poco vino in corpo per reggere mentalmente tutto ciò, ti ritrovi a fare un rewatch della tua situazione sentimentale dall’asilo a oggi, i fantasmi dei fidanzati passati, presenti e futuri ti vengono a trovare, e di punto in bianco rimpiangi di aver lasciato il fidanzatino del liceo, che almeno all’ epoca ti permetteva di trovare una risposta soddisfacente per la tua prozia.
Chi è single, chi non ha ancora fatto coming out, chi ha appena litigato, chi è appena stato lasciato… Tolte quelle 3 anime in una relazione stabile e serena, abbiamo tutti provato quella sensazione di smarrimento all’ arrivo di questa (mai apprezzata) domanda.
Personalmente, vorrei condividere con voi le mie grandi tecniche per evitare il mutismo selettivo o un monologo di carattere antropologico sul valore delle relazioni nella società odierna:
Rispondere a bocca piena senza far capire nulla di quel che si dice: la tua prozia crederà di aver bevuto già troppo, di essere sorda, o che voi siate scemi, ma almeno rimarrà muta.
Aspettare questo esatto momento per consegnare il regalo, così da spostare l’attenzione su di loro; dopodichè filate via.
Rispondere che il fidanzatino “passa il natale con moglie e figli”; dopo che sarà calato il silenzio dite che stavate scherzando e cambiate argomento.
Rispondere che il fidanzatino “voleva venire ma è ai domiciliari, dopo andiamo a trovarlo?”; - ripetere ciò che è detto sopra.
Ridere in modo isterico e chiedere di passarvi il vino.
Dire che lo hanno già conosciuto, “non vi avevo invitato al matrimonio?”.
Rispondere che il fidanzato siete voi, la persona migliore nella vostra vita.
Rispondere “sì ma il tuo?.”
Tolte queste meravigliose citazioni che ho elencato, se la vostra famiglia non presenta la stessa mentalità del dopoguerra italiano, una semplice opzione è quella di essere onesti e pronti a difendere la situazione in cui siamo, perché a nessuno spetta il giudizio delle relazioni altrui.
Vista però l’atmosfera di bontà di cuore che ci avvolge in questi giorni vorrei proporre un esame di coscienza e una piccola riflessione: noi per primi abbiamo mai giudicato o ficcato il naso nelle relazioni altrui? Non è forse questo il periodo migliore per crescere e decidere di smettere di giudicare le relazioni delle persone che ci stanno attorno? Spesso mi ritrovo a criticare i miei stessi comportamenti che ritrovo negli altri, e il modo in cui mi muovo all’ interno della fauna sociale in cui vivo. Vorrei anche che fossimo un po’ più clementi con noi stessi, se siamo single, se abbiamo appena fatto degli errori, se non sappiamo cosa fare.
Le relazioni sono una cosa complicata, e giudicarle invece che viverle non è il modo più sereno per vivere.
Quindi caro Babbo Natale, vorrei che ci dessi la capacità di sentirci meno in colpa quando i sentimenti ci sopraffanno, l’empatia per essere più comprensivi nei confronti degli altri, ma soprattutto una prozia che pensi alla sua di relazione, che ci pensiamo già noi a incasinarci la testa.