Oscar 2020: un focus sulle candidature
Lunedì 13 gennaio sono state annunciate tutte le candidature per la 92esima edizione degli Oscar, la cui cerimonia di premiazione si terrà nella notte tra il 9 e il 10 febbraio al Dolby Theatre dell’Hollywood & Highland Center, in anticipo rispetto agli scorsi anni.
Le nomination hanno scatenato le reazioni più disparate ed è tristemente emerso che nel 2020 ancora non sembra cambiato nulla: di donne candidate alla miglior regia non ce ne sono e gli unici candidati non bianchi sono solo due: Cynthia Erivo e Bong Joon-ho. Nonostante siano ormai quattro anni che l’Academy stia spingendo per una maggiore diversità tra i suoi membri essi rimangono al 68% bianchi e per l’84% maschi.
Andiamo ora a vedere le candidature nel dettaglio.
Tra le pellicole candidate come Miglior film figura 1917 di Sam Mendes, vincitore di 5 Golden Globes, C’era una volta a…Hollywood di Quentin Tarantino, The Irishman di Martin Scorsese (trovi la mia recensione qui), Parasite di Bong Joon-ho (trovi la mia recensione qui) e Joker di Todd Phillips, i quali sono tra l’altro anche i 5 candidati anche a Miglior regia.
A concorrere per il Miglior film si aggiungono a questi Le Mans ’66 – La grande sfida di James Mangold (Ragazze interrotte, Logan) incentrato sui membri della scuderia statunitense della Ford, l’adattamento dal romanzo di Louisa May Alcott Piccole donne diretto da Greta Gerwig, Marriage Story di Noah Baumbach (trovi la mia recensione qui) e Jojo Rabbit, il film di Taika Waititi (Thor: Ragnarok) che narra la storia di un bambino che ha come amico immaginario…Adolf Hitler!
Per quanto riguarda invece le candidature per gli attori, per il Miglior attore protagonista vediamo candidati Antonio Banderas che interpreta il regista in declino Salvador Mallo in Dolor y gloria di Pedro Almodóvar, Leonardo Di Caprio nel ruolo dell’attore Rick Dalton in C’era una volta a…Hollywood, Adam Driver per Charlie Barber in Marriage Story, il già acclamatissimo Joaquin Phoenix per Joker nell’omonimo film di Todd Phillips e Jonathan Price per il ruolo di Papa Francesco nel film Netflix I due Papi.
Miglior attrice protagonista è invece il titolo che si contendono Cynthia Erivo per la sua interpretazione in Harriet, film biografico sulla vita di Harriet Tubman, attivista per l’abolizione della schiavitù dei neri in America, Scarlett Johansson per Nicole Barber in Marriage Story, Saoirse Ronan per il ruolo di Jo March in Piccole Donne, Charlize Theron per la sua interpretazione di Megyn Kelly in Bombshell, film che ruota attorno alle denunce di molestie sessuali all’interno della Fox News e per ultima Renée Zellweger con la sua commovente interpretazione di Judy Garland nel biopic Judy.
Per il premio per il Miglior attore non protagonista, l’Academy ha deciso di candidare Tom Hanks per il suo Fred Rogers in Un amico straordinario che narra la storia d’amicizia tra un giornalista e un pastore protestante stella della televisione, Anthony Hopkins per Benedetto XVI ne I due papi, Al Pacino per il sindacalista Jimmy Hoffa e Joe Pesci per Russell Bufalino colleghi in The Irishman di Scorsese e infine il vincitore dei Golden Globes, Brad Pitt per Cliff Booth in C’era una volta a…Hollywood.
A concorrere per Migliore attrice non protagonista figurano Kathy Bates, Bobi Jewell in Richard Jewell di Clint Eastwood che narra la storia della guardia di sicurezza che evitò un attentato alle Olimpiadi nel 1996, Laura Dern per l’avvocatessa divorzista Nora Fanshaw in Marriage Story, Scarlett Johansson alla sua seconda candidatura nella stessa edizione degli Oscar per Rosie Betzler in Jojo Rabbit, Florence Pugh per Amy March in Piccole Donne e Margot Robbie per Kayla Pospisil in Bombshell.
Passando invece ai premi per la sceneggiatura, Miglior sceneggiatura originale è il titolo che si contendono Noah Baumbach per Marriage Story, Bong Joon-ho e Han Jin-won per Parasite, Rian Johnson per il giallo deduttivo Cena con Delitto, Sam Mendes e Krysty Wilson-Cairns per 1917 e Quentin Tarantino per C’era una volta a… Hollywood. Miglior sceneggiatura non originale se la contendono invece Greta Gerwig per Piccole donne, Anthony McCarten per I due papi, Todd Phillips e Scott Silver per Joker, Taika Waititi per Jojo Rabbit e il grande Steven Zaillan per The Irishman.
Miglior film straniero, da quest’anno Miglior film internazionale vede tra i runner-up Corpus Christi di Jan Komasa, film polacco incentrato sulla storia di un giovane criminale che trova la sua vocazione ecclesiastica in carcere, Dolor y Gloria di Pedro Almodóvar, Medena zemja di Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov che concorre anche come Miglior documentario, il quale segue la vita quotidiana di una donna che è tra gli ultimi abitanti di un piccolo villaggio in Macedonia, I miserabili, di Ladj Ly ispirato alle rivolte del 2005 nelle banlieues francesi e Parasite di Bong Joon-ho.
A conti fatti, i film con più candidature risultano Joker, con 11 nomination, seguito da The Irishman, 1917 e C’era una volta a… Hollywood che guadagnano 10 nomination ciascuno.
Nonostante la notevole mancanza di diversità, possiamo gioire con l’amaro in bocca di piccole vittorie come quella di Hildur Guðnadóttir, quinta donna ad essere nominata per la Migliore colonna sonora e prima donna tra l’altro a vincere i Golden Globes per lo stesso titolo. Cynthia Erivo invece, unica donna afroamericana ad essere candidata per questa edizione degli Oscar, come Scarlett Johansson ha ricevuto due candidature: oltre a Migliore attrice protagonista ha ricevuto anche una nomination per Migliore canzone con Stand Up, scritta per lo stesso Harriet. Infine in questa edizione Parasite passa alla storia come primo film sudcoreano ad ottenere una nomination per Miglior film.
In ogni caso, fa riflettere la mancanza di donne candidate a Miglior regia per il secondo anno di seguito: nel 2018 infatti, Greta Gerwig era diventata la quinta (!) donna in 90 anni ad essere candidata per il titolo. Quest’anno poi, non ci sono scuse che tengano: il 2019 è stato un anno prolifico e pieno di grandi capolavori diretti da registe e si percepisce la mancanza di candidature per film come The Farewell di Lulu Wang, per Hustlers di Lorene Scafaria ma anche per Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma e conseguentemente quindi non è un caso che i film con più candidature risultino portatori di un punto di vista maschile, bianco ed eterosessuale.
Nonostante i premi cinematografici come gli Oscar non siano mai stati considerati indicatori oggettivi della qualità di un film, essi sono comunque da sempre in grado di portare l’attenzione sulla Settima Arte e allo stesso tempo di presentarsi un po’ come specchio della società in cui vengono assegnati: coerentemente quindi alla società contemporanea, emerge chiaramente ancora una volta come noi donne dobbiamo ancora lottare per farci spazio e per far sì che il nostro talento venga riconosciuto.