Parliamo di Fabio Volo, Ariana Grande e dei vostri figli

Mi ci sono volute poco più di ventiquattro ore per digerire e snocciolare la questione "Fabio Volo insulta Ariana Grande", perché ad una certa età bisogna dimostrare un po' di autocontrollo, imparare ad ascoltare gli altri e dare il giusto peso alle parole. Io lo so che la nostra generazione funzioni abbastanza al contrario, che si sopravviva a suon di likes e di followers, che la massima dimostrazione d'amore non sia telefonarsi la sera ma consigliarsi un profilo da seguire e che al minimo gesto urliamo allo scandalo e creiamo hashtags e in 280 caratteri diciamo la nostra su Twitter come veri paladini ed avengers del femminismo. Ok, ne prendo atto.
Stamattina, per la gioia delle mie orecchie ma soprattutto per la gioia di Radio Deejay, mi sono riascoltata la puntata de Il volo del mattino di ieri e l'unica cosa che posso vedere, anzi sentire, è la fine che fanno la maggior parte di noi il giorno dopo che diventiamo genitori, cioè bigotti e terrorizzati dal mondo che potrebbe turbare o traviare il nostro pargolo. Io capisco la paura del genitore che si affaccia sul mondo che pare aver dimenticato e che viene preso a sberle in faccia al primo "mi sono fidanzata" della figlia e non penso che Fabio Volo abbia detto qualcosa che non abbiamo mai sentito nei nostri salotti di casa o al bar con gli amici, perché le stesse persone che portano alto lo scettro del #METOO sono le stesse che alla prima minigonna della nuova fidanzata dell'ex commentano: "troia". Come tutti quelli che urlano allo slut shaming sui social e poi gli augurano persino la morte. Aaaah, la coerenza.
Dopo questa immensa comprensione che mi invade quest'oggi voglio dire a Fabio Volo che anche i miei genitori, in effetti, erano un po' preoccupati quando ballavo come un'invasata davanti al video di Dirrty di Christina Aguilera (CAPOLAVORO) e fidati, caro Fabio, era anche peggio: lei in bikini e con un pantalone di pelle a vita bassissima e poi con addosso una gonna inesistente che arriva su una moto su un ring facendo tutta la dura e ballando non di certo la danza classica, per non parlare della parte finale del video (LA MIA PARTE PREFERITA) quando, dopo esserci strusciata per bene su Redman, balla facendo schizzare acqua da tutte parti (POESIA). Niente di più o di meno di quello che vedevamo insieme la sera a tavola su Striscia la Notizia. Niente di più o di meno di quello che loro stessi hanno visto nei video di Madonna quando erano giovani e forse hanno anche tirato un bel respiro sollievo quando hanno notato che non c'era nessun riferimento alle droghe e al satanismo. Ma tranquillo Fabio, anche se ci fosse stato non sono diventata membro delle bestie di satana e sono andata a letto con molte meno persone di quelle con cui avrei potuto.
Chissà se un giorno dall'alto delle nostre cattedre dell'Università Della Vita riusciremo a fare un discorso sensato senza passare dalla parte del torto, chissà se un giorno non trasformeremo tutto in sessismo, chissà se impareremo ad ascoltare attentamente quello che dicono gli altri. Se proprio devo salire sulla mia cattedra e mettermi in piedi come se fossi un Capitano ne L'Attimo Fuggente, allora ricorderei a Fabio Volo che Ariana Grande ha 26 anni e che non è responsabile dell'educazione delle sue figlie. Credo sia veramente inutile dare la colpa al mondo se a 9 anni si ha già un telefono in mano con l'app di Tik Tok scaricata e non è di certo Ariana Grande che l'ha fatto arrivare con Amazon Prime una mattina di Settembre.
Ed è la responsabilità che io, invece, spero vivamente di sentire quando in una libreria, tra i mille autori che potrò consigliare, dirò a mia figlia di non pescare proprio il libro di uno che alle nove del mattino in radio si è permesso di dare del "puttanon" ad una cantante per come era vestita e si atteggiava in video musicale. Chissà se le sue figlie hanno sentito anche questo.