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Shirin Neshat. Perché una artista chiama a riflettere.

Shirin Neshat è una visual artist iraniana, conosciuta per i suoi lavori in fotografia, video e film che cercano di esplorare il complesso rapporto tra le donne e i sistemi di valori religiosi e culturali dell'Islam.

Nata nel 1957 a Qazin, nel 1974 partì per andare a studiare alla Berkley University of California, negli States, poco prima della rivoluzione iraniana del 1979.

Facendovi ritorno nel 1990, rimase impressionata dai drastici cambiamenti delle condizioni femminili causati dalla rivoluzione.


Il suo lavoro non è una aperta denuncia delle condizioni dei diritti delle donne negli stati islamici. Shirin Neshat ribadisce più e più volte che lei non ha un'opinione da dare, ma solo delle domande da porre; è lo spettatore che deve pensare criticamente ad una plausibile risposta.

Quello che viene proposto nei suoi lavori è una analisi profonda di ciò che influisce sui modelli della figura femminile, in positivo e in negativo.

Le sue serie Unveiling (1993) e Women of Allah (1993-1997) hanno come fulcro la complessa identità femminile nel mezzo di un paesaggio culturale mutevole in Medio Oriente, sia tramite le rappresentazioni occidentali delle donne musulmane, sia attraverso il soggetto più intimo delle convinzioni personali e religiose. Una serie di autoritratti e ritratti, nella quale tutte le donne indossano un chador.

Tracciate direttamente sulle stampe, frasi enigmatiche in persiano coprono le parti esposte di queste donne velate.


 

"Nell'Islam il corpo di una donna è stato storicamente un campo di battaglia per vari tipi di retorica e ideologia politica. Molto di una cultura e della sua identità può essere ricavato dallo status e dalle condizioni delle donne; il ruolo che svolgono nella società, i diritti di cui godono o meno, i codici di abbigliamento a cui aderiscono... Inoltre, una donna musulmana proietta più intensamente le realtà paradossali che sto cercando di identificare. Ogni immagine è costruita per ingigantire le contraddizioni. I tratti tradizionalmente femminili come la bellezza e l'innocenza da un lato, e la crudeltà, la violenza e l'odio dall'altro, tutti questi coesistono all'interno della complessa struttura dell'Islam stesso."

Shirin Neshat

 

Un altro suo lavoro molto importante è Rapture (1999), un cortometraggio di 13 minuti. In questa installazione, Shirin Neshat rappresenta simultaneamente, grazie ad un doppio display, le avventure corali di un gruppo di uomini e un gruppo di donne.


Ella riesce con maestria a trasportare sullo schermo le espressioni corporee delle donne nonostante siano coperte dalla testa ai piedi, in un mix di scene oniriche ed elegiache che donano al filmato una circolarità continua. Alla fine del video vediamo un gruppo di sei donne su una barca a remi che tentano di attraversare il mare, ma l'artista non ci fa sapere cosa le aspetta dall'altra parte. Potrebbe essere la libertà, o il martirio?


Shirin Neshat è una artista brillante che ci invita a riflettere in maniera non superficiale o polemica sulle sfaccettature di una cultura antica e complessa, sulle sue ricchezze e sui suoi limiti. E non sia mai che osservando potremmo trovare qualche affinità con la nostra cultura occidentale.


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